MISURARE L’IMPATTO DELLE TRASFORMAZIONI: UN MODO PER RENDERE UN PROGETTO CONCRETO

Le politiche e gli interventi di sviluppo, rigenerazione e innovazione, in un modo o nell’altro, hanno a che fare con la modifica di comportamenti, intenzioni, rapporto con gruppi formali ed informali, individui e organizzazioni.

Come si fa, però, a capire se un progetto ha apportato un reale cambiamento? C’è stato davvero un empowerment del nostro target? Sono stati coinvolti efficacemente tutti gli stakeholders? E soprattutto, questi inglesismi (empowerment, target, stakeholders, ecc) hanno senso oppure sono etichette prive di senso?

Queste domande serpeggiano spesso nei piccoli (e meno piccoli) consessi di chi si interroga sul senso e sull’impatto delle proprie iniziative, in particolare nelle organizzazioni pubbliche e private che, con le loro attività, intendono marcare un miglioramento tra un prima e un dopo;

negli enti di ricerca e le università che sempre più spesso si trovano a fare i conti con degli approcci interdisciplinari di ricerca. 

Come è possibile intercettare, con numeri o valori, il cambiamento che per sua natura può assumere forme più o meno immediatamente evidenti e indubbiamente eterogenee?

Valutazione e impatti

Un impatto può essere definito come l’effetto positivo o negativo di un intervento, ottenuto in modo diretto o indiretto, intenzionalmente o meno. Il processo di valutazione descrive le modalità con cui attraverso l’intervento progettuale si è data soluzione ad un problema, una disfunzione, una criticità: l’impatto serve a decifrare i cambiamenti prodotti. 

Serve chiedersi, a questo punto, perché è importante valutare gli esiti e gli impatti di un progetto. La risposta richiede un’importante assunzione di responsabilità nei confronti degli attori coinvolti nella sua realizzazione: così come per tutte le fasi di progettazione e implementazione è essenziale mantenere uno sguardo critico e vigile sul proprio operato, lo è ancor di più farlo in fase di monitoraggio e analisi degli impatti. Si monitora un progetto per decidere se un progetto ha senso, per decidere se è opportuno proseguirlo, per adattare un progetto a un contesto diverso (o ad una dimensione più ampia), per informare il potenziale beneficiario dei progressi ottenuti o delle difficoltà incontrate

Ma questa attività è utile anche per l’organizzazione interna dei ruoli e delle attività, per le strategie e le iniziative di coinvolgimento degli stakeholder, per una rendicontazione completa e una condivisione dei risultati raggiunti con i partner esterni e le istituzioni pubbliche (in particolare i finanziatori). Infine, se pensa al proprio progetto come a un “investimento” la valutazione di impatto ottenuto sull’ambiente, sui beneficiari target e sul sistema in cui si vuole apportare una risposta o una innovazione (ovvero i cambiamenti prodotti) è il modo in cui possiamo misurare il “profitto” non monetario né strettamente monetizzabile dal nostro investimento. 

Lo strumento più riconosciuto per misurare tale modifica è rappresentato dagli indicatori, parola nella sua semplicità assai caleidoscopica intorno alla quale, da tempo, si sono aperte delle questioni di merito e di metodo da parte di ricercatori e operatori delle organizzazioni. Un indicatore è definito come una misura basata su dati certificabili in grado di condensare una varietà di informazioni e di trasmettere informazioni.  La definizione di un indicatore è un processo che deve considerare contemporaneamente la sostenibilità sociale, ambientale ed economica, per lo sviluppo urbano nazionale e regionale.

Si può, senza alcuna pretesa di completezza individuare tre macro categorie di indicatori:

Indicatori di input: quantità e tipologie di risorse umane, economiche, tecnologiche messe in campo e utilizzate per realizzare il progetto, al fine di raggiungere gli obiettivi previsti in fase di progettazione. 

Indicatori di processo: indicatori che vengono utilizzati per misurare i processi o le attività svolte per la realizzazione del progetto. Essi rappresentano i modi in cui l’organizzazione ha utilizzato risorse e investimenti per generare cambiamenti (auspicabilmente in meglio). 

Indicatori di output: valore quantificabile e misurabile di beni e servizi prodotti, sono indicatori che misurano i risultati e gli impatti di breve-medio periodo del progetto. Detti anche indicatori di performance, si caratterizzano per essere indicatori che quantificano risultati concreti e tangibili. 

Indicatori di outcome: risultati raggiunti dai beneficiari diretti (nel periodo da 1 a 6 anni). Fondamentali per capire cosa contribuisce a una trasformazione del comportamenti, delle percezioni, delle abitudini sono le informazioni su questi meccanismi sia in una fase pre- in  itinere e post. La valutazione di un processo di partecipazione è impossibile senza un monitoraggio affidabile e costante, ottenuto tramite la piena collaborazione di tutti i soggetti coinvolti nel progetto (misurabile anche con indicatori di coinvolgimento)

Indicatori di impatto: cambiamenti indotti nei beneficiari diretti (nel periodo da 7 a 10 anni).

Sono indicatori che misurano gli impatti a lungo termine di un progetto, noto anche come “impatto del progetto”. Questi ultimi non sono immediatamente disponibili in quanto la trasformazione emergerà nel medio-lungo termine. Emerge, in questo caso, l’importanza della comunicazione, del monitoraggio e della cura di coinvolgere sempre i portatori di interesse e i soggetti attivati attraverso o con il progetto.

Valutazione come processo di cura del progetto (e di chi ne è coinvolto)

Valutare gli esiti e gli impatti di una azione o di una iniziativa progettuale ci consente di comprendere i cambiamenti prodotti e di imparare da essi. La valutazione d’impatto prevede una strutturata susseguirsi di fasi, collegate tra di loro e funzionali a disegnare un percorso di senso che colleghi obiettivi e risorse impiegate, effetti e cambiamenti generati. 

  •  identificazione degli obiettivi attesi generali, specifici 
  •  identificazione delle parti interessate: collaboratori o beneficiari ma anche stakeholder 
  • definizione degli indicatori di misura (quali e quantitativi)
  • misurazione, convalida, valutazione 
  • condivisione della valutazione del processo attraverso canali comunicativi adeguati e consoni

É chiaro, quanto descritto si configura come un percorso teoricamente lineare ma non è difficile immaginare come ci siano insidie nascoste in ciascuno di questi passaggi e qualsiasi shock esogeno ed endogeno al progetto potrebbe compromettere e ribaltare quanto deciso in fase di progettazione. Per tale ragione è essenziale annoverare, tra i risultati, anche i fallimenti o i vicoli ciechi con cui ci si è scontrati durante la realizzazione del progetto. Senza aver paura o temere una smentita della propria iniziativa e permettendosi la possibilità di commettere errori se questi errori vengono accolti (e non respinti) come spunti inaspettati e come occasioni di ridisegnare alcune prospettive di sviluppo, per intraprendere strade inedite, per sperimentarsi in ambiti di ricerca e azione riletti alla luce della propria esperienza.

Si rende quindi imprescindibile il tema della condivisione degli obiettivi con la molteplicità di attori che contribuiranno all’implementazione delle azioni, al consolidamento degli outcome e alla diffusione degli output ma anche di una riflessione profonda e onesta sugli indicatori di impatto che andranno a valutare il potere generativo delle azioni messe in campo. 

Dato questo scenario, metodi e strumenti sia qualitativi che quantitativi trovano legittimazione ed  entrano a pieno titolo nella valutazione affinché il risultato dei progetti possa essere compreso appieno. L’approccio di monitoraggio e misurazione deve essere dinamico, aperto e facilmente regolabile in base a circostanze diverse, esigenze mutevoli, diversità tra gli attori coinvolti e i pubblici intercettati. 

Si pone infine un tema di sostenibilità del processo di valutazione, sia in termini di risorse economiche che umane. Durante la fase di progettazione assicurare la sostenibilità è estremamente importante, se non una condizione necessaria per avere un progetto di successo. La sostenibilità finanziaria del processo di valutazione, la definizione di indicatori e la modalità con cui verranno raccolti, la previsione di un’attività di follow up da realizzare a progetto finito (e probabilmente in concomitanza di un nuovo progetto iniziato), la cura dei rapporti e dello scambio con attori o soggetti che a vario titolo hanno contribuito o beneficiato degli interventi rappresentano delle questioni progettuali non di poco conto. Lasciarle in sospeso o in secondo piano rischia di depotenziare o vanificare gli effetti generativi prodotti con il progetto e di lasciare in sospeso la costruzione di una strategia più ampia di cui l’organizzazione deve potersi dotare per operare al meglio nei territori e nelle comunità.

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